AFFIDATARI IN ACTION!

Che i soldi arrivino o no, è ora di attivarsi!

Quando era stato istituito l’affido educativo diurno doveva svolgere un ruolo di affiancamento e integrazione rispetto agli interventi progettati dai servizi sociali locali. Si trattava di rafforzare l’intervento con una rete di volontari che dedicassero parte del loro tempo a minori in difficoltà o persone disabili, minori e adulti.

Nel tempo, il ruolo dell’affidatario ha assunto un peso sempre più rilevante. Di fatto, oggi, è questa figura che, con la sua presenza, rende possibile l’intervento socio-educativo dei servizi sociali ed è sempre attraverso quest’ultima che viene garantita la presenza di un’assistenza sociale pubblica ormai ridotta ai minimi termini. Il punto di connessione tra Servizi Sociali, da un lato, e minore, famiglie e insegnanti, dall’altro, è la figura dell’affidatario. Anche nei casi più complessi – autismo, ipercinesia, etc. – l’affidatario è spesso l’unica risorsa attivata e lasciato in solitudine, non potendo contare sul sostegno di un équipe di professionisti o colleghi.

Sotto le vesti del “volontario” si camuffano, in realtà, educatori, laureati in Scienze dell’Educazione o Psicologia. Ufficialmente non è richiesto alcun titolo: l’affido non è riconosciuto come attività lavorativa. A Torino, nelle singole Circoscrizioni, sono gli assistenti sociali a tenere i curricula dei candidati, o lavorano con il passaparola. Ma ci sono altri Comuni che seguono altre prassi: ad esempio, a Piossasco, Beinasco e dintorni i servizi sono gestiti per conto del Comune dalla Cooperativa Cidis, che segue una quindicina di bambini, tutti segnalati dai Servizi Sociali.

Considerata attività volontaria, le condizioni rimangono alquanto fumose e il numero di ore varia in base alla gravità del caso: il Comune di Torino richiede un minimo di 2 “passaggi settimanali” – ogni passaggio va dalle 2 alle 3 ore – senza che venga definito un tetto massimo.

I “rimborsi” vanno da un minimo di 200 euro al mese ad un massimo di 500 euro – per i progetti attivati negli ultimi anni le risorse si sono ridotte drasticamente e negli affidi rivolti ai minori i “rimborsi” sono inferiori rispetto ai casi di disabilità.

Dal mese di febbraio 2012, il ritardo nei pagamenti dei “rimborsi” è ormai cronico: l’accredito arriva ogni 4 mesi, la prassi è ormai consolidata.

A tutti coloro che prestano servizio come affidatari e che intendono fare gruppo per chiedere in massa il pagamento degli arretrati: contiamoci, organizziamoci, mobilitiamoci per una class action!

Per segnalare la tua partecipazione:

crida83@gmail.com  

 

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